Sarei oltremodo sciocca se non tenessi conto del fatto che nulla accade per caso. Me lo diceva proprio ieri mia madre, conversando al telefono. In un primo momento non ho dato peso a quelle parole, ma devono avermi lavorato un pochino dentro perché poi, più tardi, osservando una fotografia della mia micia mi sono tornate in mente. La foto era datata 23 marzo 2021, esattamente un mese prima che Tara mi lasciasse, evento per me devastante.
Mi sono chiesta: cosa avrei fatto se avessi saputo che non ci restavano che 30 giorni da vivere insieme? Le avrei dato più baci? Sarei stata di più con lei? Quel pomeriggio, quello prima di correre in clinica, avrei evitato di uscire e le sarei rimasta accanto? Sarebbe stato più facile dirle addio o avrebbe provocato lo stesso identico dolore? Non possiamo sapere cosa sarà. Non ci è dato conoscerlo. E una ragione c’è. Ci tocca vivere questo momento presente, al meglio, perché poi passa, viverlo al 100%, per non avere rimpianti. Mi sono accorta che è vero: nulla accade per caso. E tutto quello che da mesi mi sta succedendo mi sta conducendo da qualche parte.
La dipartita di Tara, gli sconvolgimenti sul lavoro, che davo per sicuro, la mia esistenza stravolta da un giorno all’altro, le mie sicurezze che crollano e vanno in frantumi e mi fanno vacillare, questo senso a volte di disorientamento e pure di fragilità, di caducità di ogni cosa, non solamente di me stessa, che pure resisto, bene, tutto mi sta dicendo che pure io devo cambiare ed abituarmi al cambiamento, è questa l’unica maniera di evolvere, che devo imparare a lasciare andare, a perdere, a voltare pagina, ma anche ad aprirmi, a rischiare, a mettermi in gioco, cosa che non faccio da una vita, invece di vivere rifugiata in una gabbia dorata che, in fondo, mi imprigiona.
Non so dove sfocerà questo percorso ma finalmente vedo che tutto ha un senso. Ho letto questa frase di Victor Hugo da qualche parte: “Ciò che porta la notte dentro di noi può lasciare le stelle”. Le sento già accendersi nella mia anima.
In tutto questo c’è un uomo, anzi c’è stato un uomo, che ho allontanato con una delle tante scuse che racimolo per me stessa e per gli altri. Credevo fosse arrivato nel momento sbagliato, invece era il momento giusto perché io capissi che non voglio più essere ostaggio delle mie paure, voglio essere libera, mettermi in ballo, rischiare tutto, anche di spaccarmi il cuore se è il caso, perché preservarlo non serve a nulla, se non a farci vivere a bassa intensità, unico pericolo da scongiurare. Più ferite ha il cuore e più abbiamo vissuto.
Di lui, ossia di quest’uomo, mi sono piaciute tante cose, ma soprattutto questa maniera che lui possiede, e di cui avevo bisogno, di vivere le emozioni con spontaneità, freschezza, purezza. Un modo trascinante. Gliele leggi negli occhi.
Non voglio che vinca mai più la paura. È questa la mia prossima sfida: superare tutti i miei limiti.