“Vigliacchi” e “approfittatori”. Con questi e altri termini Luca Bizzarri ha definito oggi su Twitter coloro che scelgono legittimamente di non sottoporsi alla vaccinazione anticorona, trattandosi di un vaccino ancora sperimentale. Tuttavia, questi epiteti sono nulla in confronto ad altri. In queste settimane questi liberi cittadini sono stati chiamati da politici, scienziati e giornalisti “delinquenti”, “criminali”, “irresponsabili”, “egoisti”. Secondo i vaccinati, i non vaccinati andrebbero chiusi in casa, murati vivi, poiché costituirebbero un pericolo per la società. Essi ogni giorno di più vengono descritti quale “male assoluto”, da isolare, estirpare, ostracizzare, eliminare, escludere. Tutto ciò è preoccupante.

In un momento storico in cui ci si batte contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale sponsorizzando un disegno di legge, il Ddl Zan, che di fatto limita la libertà di espressione, come ha denunciato la Santa Sede, emergono inedite forme di differenziazione sociale che poggiano sulla convinzione, diffusa dai media, che i non vaccinati siano la variante più temibile del virus, addirittura “letale” (cosa che è stata scritta nero su bianco), e per questo dovrebbero essere posti ai margini della comunità nonché spogliati dei diritti costituzionali di cui nessuno potrebbe essere privato.

Stamattina sui giornali c’era un interessante dibattito: concedere o non concedere ai non vaccinati di bere il caffè al bar? Ma sì, questo forse possiamo permetterglielo, “magari questo lasciamoglielo fare” (sic).

Vengono i brividi immaginando le ripercussioni che deriveranno da queste affermazioni: per i non immunizzati si prepara una vera e propria persecuzione. È il Medioevo dello Stato di diritto, della civiltà giuridica, dell’Occidente. Un Occidente in decadenza che per arginare un contagio annulla le libertà fondamentali e i diritti umani e crea una frattura tra chi è vaccinato e chi non lo è. È solamente l’inizio, ma è già agghiacciante così.

Gli immunizzati si sono persuasi di essere superiori moralmente, culturalmente, spiritualmente, intellettivamente rispetto ai non vaccinati, tacciati di essere ignoranti e stupidi. In tal modo il soggetto più sfigato della società vaccinandosi può prendersi la sua rivincita o sentirsi parte di qualcosa, la comunità dei vaccinati, dei cittadini responsabili e virtuosi, quelli che possono sedere al ristorante. L’odio divampa. Questa neonata categoria sociale, quella degli immunizzati, si contraddistingue per una aperta ostilità nei confronti di coloro che non si sono sottoposti alla vaccinazione e che per questo sarebbero causa, a loro giudizio, delle prossime inevitabili chiusure. Da qui la ferocia.

Stupisce che addirittura due italiani su tre siano favorevoli al “modello francese” che consiste nell’obbligo di esibire il green pass vaccinale per partecipare alla vita sociale, ossia per recarsi al bar, al ristorante, al cinema, al teatro, in albergo, ovunque. Per il 68,4% degli abitanti della penisola è giusto che i non vaccinati non possano avere accesso a locali, mezzi di trasporto, servizi. E il 69,2% condivide persino la sospensione dell’attività lavorativa e dei compensi per il personale sanitario che non si vaccinerà entro il 15 settembre. Queste discriminazioni non hanno colore politico: sia a destra che a sinistra i non immunizzati sono ritenuti esseri inferiori e senza diritti, da ghettizzare. Contrario al modello francese è solamente il 25,5% degli italiani (dati Euromedia Research).

Tante volte ci siamo chiesti, studiando la storia, come sia stato possibile nella Germania nazista che gli ebrei venissero estromessi dalla società prima, come ora ci si propone di estromettere i non vaccinati, e sterminati subito dopo e senza che nessuno si ribellasse a questo gigantesco crimine commesso e perpetrato alla luce del sole. Codesto disegno fu addirittura sostenuto, favorito, incoraggiato dalla stragrande maggioranza della popolazione tedesca, perché le piaceva, perché la faceva sentire elevata rispetto alla minoranza presa di mira. Ebbene, ora sappiamo come tutto ha inizio, ovvero come se nulla fosse, e che la storia – ahinoi – è destinata sempre a ripetersi.

Il nostro unico baluardo è la Costituzione, e non è poca roba. Come disse Piero Calamandrei, la Costituzione “non è una carta morta, bensì è un testamento di centomila morti”, che noi dobbiamo onorare. Lo stesso Calamandrei che ripeteva: “Sulla libertà bisogna vigilare”.

Lo faremo.

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