Se i magistrati fossero chiamati a rispondere e a pagare per i propri errori, quelli commessi allorché pronunciano sentenze errate, forse assumerebbero determinate scelte con maggiore cautela, o minore leggerezza. Mentre in giro se ne vanno stupratori seriali (a Milano, come vi abbiamo raccontato ieri su questo stesso giornale, le violenze sessuali da parte di immigrati sono ormai all’ordine del giorno) e le borseggiatrici vengono arrestate e rilasciate in un batter di ciglia tornando così a prendere servizio presso le stazioni, l’ex consigliere di Stato Francesco Bellomo è finito di nuovo agli arresti domiciliari in quanto i giudici ritengono che egli possa costituire un pericolo per le donne che – trattate quali esseri incapaci di intendere e di volere – potrebbero essere irretite, perseguitate e manipolate da un uomo talmente innocuo che non sarebbe capace neppure di nuocere ad un moscerino.

Bellomo sta subendo un accanimento giudiziario nel silenzio omertoso dei colleghi, pure di quelli che dietro le quinte sostengono che il brillante giurista sia innocente e che su di lui gravi una precisa disposizione: quella di farlo fuori. Dunque basta qualsiasi cavillo per infliggergli la pena della carcerazione domestica, fiaccandone la resistenza sia morale che fisica.

L’ex consigliere di Stato ha istituito una scuola che prepara al concorso in magistratura la quale ha sfornato per anni magistrati di elevata caratura, ha redatto manuali di diritto mediante i quali migliaia di aspiranti giudici si sono formati e continuano a farlo, ha inanellato un successo dietro l’altro, dopo avere vinto il concorso ancora fresco di laurea e da giovanissimo. Su di lui vengono ora gettate secchiate di fango, poiché Bellomo suscita senza dubbio le invidie dei colleghi e non ha mai aderito alle famose correnti interne alla sua categoria. Si è fatto in tal modo e senza averne l’intenzione dei nemici. Tanto è vero che i colleghi, ancora prima di ascoltarlo, lo avevano già condannato.

E non parliamo della Procura di Milano che si distingue spesso per rigore e autonomia e che ha archiviato la vicenda Bellomo per mancanza di elementi che potessero configurare un qualsivoglia reato nella condotta posta in essere dal magistrato.

Del resto, stilare un dress-code e invitare i borsisti, maschi e femmine, alla sottoscrizione di un regolamento in cui il corsista si impegna ad adottare un preciso abbigliamento, peraltro decoroso, non può rappresentare una forma, seppure blanda, di violenza. Eppure, mentre i violentatori sessuali sono a piede libero, Francesco Bellomo, per volontà dei giudici pugliesi, suoi conterranei, è ancora ingabbiato tra le mura domestiche in quel di Bari. Da settimane. Ciò per salvaguardare le eventuali signore con le quali Bellomo potrebbe entrare in contatto. Il che fa ridere. Pura follia.

L’ex consigliere di Stato, come hanno testimoniato le sue ex fidanzate nonché le ex studentesse, non ha mai torto un capello a nessuno. Certo, il suo carattere è sopra le righe. Egli può risultare spigoloso, scostante, persino antipatico o presuntuoso. Bellomo, non senza averne ricevuto un ampio e positivo riscontro, ripone notevole fiducia nel suo metodo di insegnamento che definisce “scientifico”, basato sull’acquisizione di autocontrollo ed imparzialità, qualità queste ultime che l’aspirante magistrato deve necessariamente possedere e manifestare – a parere del professore – pure in ambito privato, poiché non si può distinguere il ruolo dalla persona. Concetto più che condivisibile.

Bellomo pretendeva dai discenti di ambo i sessi che selezionassero con attenzione fidanzati e fidanzate, esortandoli ad accompagnarsi a individui con un quoziente intellettivo medio-alto affinché i partner non ne limitassero la crescita umana e professionale. Anche questo monito non ci appare fuori luogo. Anzi, diciamo pure che esso non fa una piega. “Tieniti alla larga dagli imbecilli” non è forse il saggio consiglio che qualsiasi genitore fornisce al proprio figliuolo?

Insomma, di cosa diavolo è reo l’ex consigliere di Stato? Cosa lo rende temibile al punto da essere escluso dalla società? Per quale dannata ragione questo essere umano è detenuto in casa propria e non può mettere il naso fuori dall’uscio? Bellomo a chi ha recato fastidio?

Stavolta chi, dall’alto dei cieli (e dalla bassezza della statura morale), ha dato l’ordine di colpire?

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