Vengono considerati adoratori del Male e si ritiene che compiano ogni genere di nefandezza, dai sacrifici sia umani che animali agli stupri, al fine di onorare il loro dio, descritto come un essere bestiale dotato di corna e forcone acuminato, eppure non tutti i satanisti sono cattivi. Anzi, coloro che agiscono in modo turpe e malefico sono disprezzati dagli autentici cultori di Satana.

Ce lo assicura Jennifer Crepuscolo, 29 anni, fondatrice e attuale presidente dell’Unione Satanisti Italiani, associazione attiva da 8 anni che mira a contrastare la disinformazione intorno ai seguaci di Belzebù “al fine di difendere i diritti di una minoranza da sempre inascoltata”. Netta è la distinzione che Crepuscolo fa tra satanismo e frange criminali. “Violenza, aggressività, odio gratuito non rientrano nella nostra natura. Se uno delinque in nome di Satana, non è uno di noi, bensì un pessimo cristiano, poiché, anziché seguire gli insegnamenti di Satana, agisce per violare quelli di Cristo”, dice il presidente, che sottolinea come continuare ad alimentare certi pregiudizi e generalizzazioni favorisce la discriminazione religiosa di cui sono vittime tutti coloro che confidano nel diavolo.

“Il vero satanista sa lottare in modo nobile e leale, con onore. Chi uccide, chi prevarica, chi fa soffrire gli altri, non ha niente a che vedere con noi”, continua Crepuscolo che condanna altresì la dipendenza da sostanze stupefacenti, in quanto costituisce “una forma di schiavitù”, contraria quindi al principio cardine della sua religione, ossia la libertà dell’individuo.

Insomma, le parole di Jennifer sgretolano in un attimo l’immagine del sostenitore del demonio che ognuno di noi ha in testa, cioè quella di un soggetto da cui stare alla larga, che fa uso di droghe pesanti, che si dedica a bizzarri riti nonché ad orge con vergini innocenti.

Anche la figura del diavolo è ben diversa da quella dell’iconografia cristiana: “Rappresentarlo come un mostro è solo una strategia per creare uno spauracchio e fare in modo che le persone se ne tengano a distanza, evitando che possano scoprire la verità sul suo conto”. Dunque sembra quasi che, se solo lo conoscessimo davvero, il demonio non ci dispiacerebbe. E per quanto riguarda i sacrifici di sangue, Jennifer assicura: “Satana li trova grotteschi, poiché è un dio evoluto ed elegante”.

Di una cosa ci tocca dare atto a Belzebù, e non per questo facciamo gli avvocati del diavolo: i peggiori delitti sono stati perpetrati da sempre in nome di Dio ed ancora oggi per ossequiare Allah vengono trucidati ogni anno centinaia di esseri umani, bambini inclusi, in tutto il mondo.

Senza dubbio nella psiche degli uomini regna un po’ di confusione riguardo le categorie di Bene e Male, dato che troppo spesso sotto l’insegna di nobili valori viene sparso copioso sangue. Il che fa presumere che sia Dio che Satana vengano usati a proprio piacimento da coloro che devono dare una giustificazione al proprio operato ingiustificabile.

Li cerchiamo all’esterno, eppure Bene e Male vivono in noi. Ci tocca scegliere cosa fare trionfare. Certo è che, se davvero esiste un Regno dei Cieli, in esso troverebbe posto più facilmente un satanista dell’USI che un cristiano che ammazza in nome del Signore. Quest’ultimo non se lo prendono neanche all’inferno. E non  perché gli inferi siano sold-out, anche se – a quanto sembra – sono molto affollati.

“Il satanista non prega, dialoga. Affronta da solo i suoi problemi, senza chiedere interventi divini. Satana stesso non si sostituisce all’uomo, bensì aspira a rafforzare il suo erede”, illustra Crepuscolo. Insomma, anche l’idea che i seguaci del diavolo gli vendessero l’anima è una bischerata: Belzebù non la vuole. “Molti si rifugiano nella religione per trovare conforto in “qualcosa”, altri nell’ateismo poiché delusi da “qualcosa”. Il satanista invece incentra la sua ricerca non su “qualcosa”, ma su “qualcuno”, ossia su se stesso”, continua la ventinovenne.

A spiegarci gli amanti di Mefistofele è anche Edmondo Capecelatro, criminologo, avvocato penalista e docente universitario di criminologia, il quale specifica che oggi le sette più pericolose non sono le sataniche bensì quelle psichiche, che impongono all’adepto uno stile di vita che implica la rinuncia alla carne, o al sesso, o ai farmaci, e che mirano ad isolarlo, per renderlo vulnerabile e tenerlo sotto scacco.

“I cultori del diavolo si distinguono in: razionalisti, i quali venerano il male e predicano il piacere sfrenato; occultisti, meno innocui dei precedenti perché portati alla profanazione di tombe, alla commissione di reati di tipo sessuale nonché al sacrificio umano; acidi, i quali utilizzano stupefacenti”, dichiara Capecelatro. Al satanismo acido appartenevano, ad esempio, le Bestie di Satana, un gruppo di assassini seriali della provincia di Varese, autori di omicidi di matrice satanista compiuti tra il 1998 e il 2004.

Sette segrete sono attive anche nel Bel Paese, come testimoniano le tracce di rituali che vengono rinvenute di frequente. Gli adepti hanno soprattutto tra i 15 ed i 35 anni e difficoltà di inserimento sociale, all’interno del gruppo si sentono realizzati e forti.

Non destano preoccupazione i satanisti luciferini, impegnati nell’adorazione di Lucifero, un angelo che avrebbe tradito Dio e che per questo sarebbe stato scaraventato all’inferno. “I luciferini ritengono che tale rottura sia avvenuta nel paradiso terrestre, quando Lucifero ha donato la conoscenza, ossia la mela, all’essere umano e il Signore non ha gradito il gesto”, conclude il criminologo.

Insomma, adesso sappiamo che il fan club di Satana non vanta partecipanti meno virtuosi del nostro gruppo parrocchiale.

Articolo pubblicato su Libero il 14 settembre del 2018

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