Se non tutti i matrimoni nascono bianchi, di sicuro tutti lo diventano prima o poi. E 30 coppie di coniugi su 100 dicono addio al sesso addirittura poco dopo il fatidico “sì” e questo è il motivo per cui decidono di percorrere strade opposte, stando alle stime dell’Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani.

Parla di “abulia sessuale”, l’avvocato Gian Ettore Gassani, presidente nazionale dell’AMI. Un male che si sta propagando come un virus all’interno delle famiglie della penisola, dove milioni di uomini e di donne, una volta accasati, appendono al chiodo la propria sessualità, che finisce con l’arrugginirsi, non senza determinare diverse problematiche psico-fisiche nonché l’inesorabile separazione.

Insomma, il matrimonio è la tomba dell’amore poiché a decedere è il sesso, ossia il gioco, la fantasia, la complicità sotto le lenzuola, quegli elementi “troppo spesso sottovalutati” che Gassani giudica “fondamentali per la felicità e la durata dell’unione”. “L’intesa fisica agisce da collante tra due individui. Quando essa viene a mancare, non solo l’infedeltà diventa inevitabile, ma subentrano anche frustrazione, violenza, rancore”, spiega il presidente.

Giorno dopo giorno marito e moglie si trasformano in fratello e sorella, o figlio e mamma, o padre e figlia, tutto fuorché focosi ed appassionati amanti. A volte addirittura ci si sceglie per evitare l’eros, quando il desiderio è deficitario da entrambe le parti o l’intimità fisica crea ansie e timori.

Il dato più sorprendente è che ad inventare banali mal di testa, a ricorrere a patetiche scuse, pur di schivare le legittime richieste sessuali del coniuge, è sempre di più lui.

Se gli italiani prima lo facevano meglio, oggi non lo fanno più. E non gli interessa neanche difendere il primato internazionale (incontestabile fino a qualche decennio fa) di abili ed infaticabili amatori.

Un “no” dopo l’altro ed ecco che si finisce dalla camera da letto al tribunale. “Il rifiuto sistematico ed ingiustificato può comportare non solo l’addebito della separazione, ma anche un risarcimento del danno, dato che può essere vissuto da chi lo subisce come un’umiliazione”, sottolinea Gassani. Inoltre, l’assenza prolungata (anche se il matrimonio è stato consumato) di rapporti sessuali potrebbe causare addirittura la dichiarazione di nullità del vincolo da parte della Sacra Rota.

Se ha un disturbo che ne inibisce o ne impedisce l’attività sessuale, tocca al coniuge ritroso dimostrare che ha fatto di tutto per curarsi, andando incontro alle esigenze del partner. “Le perizie per verificare la sussistenza di un’eventuale impotenza, o ansia da prestazione, nonché altre patologie, sono sempre più frequenti”, dichiara Gassani. Qualora questa volontà non si sia manifestata, la responsabilità della deriva della coppia è da imputarsi al marito, o alla moglie, che ha scelto la cintura di castità, o che ha cercato il piacere fuori dalle mura domestiche negandosi all’altro.

Ma perché facciamo così poco sesso una volta infilato l’anello al dito? Uno dei motivi, secondo il presidente di AMI, potrebbe essere l’eccessiva disponibilità di questo. Stress, alimentazione sbagliata, mancata consapevolezza di ciò che implica l’esistenza a due sono altre possibili cause. “Sono moltissimi i manager che non hanno una sessualità appagante per i ritmi frenetici a cui sono sottoposti e le soffocanti responsabilità”, aggiunge l’avvocato, che ritiene che sia anche la paura ad allontanare dall’erotismo.

“Fino a pochi anni fa vivevamo in una società di tipo maschilista e l’uomo non ci preoccupava di ciò che pensavano le donne, di cui di conseguenza non temeva il giudizio. Le fanciulle di oggi fanno paura al maschio, lo fanno sentire insicuro, in quanto sono più consapevoli del proprio corpo, del proprio piacere e dei propri diritti. Se non sono appagate, tradiscono senza remore, quanto i maschi, anzi di più, come dimostrano i siti di incontri, dove gli iscritti sono soprattutto signore sposate. Sono spesso loro a prendere l’iniziativa, sono diventate cacciatrici”, dichiara Gassani.  

Esistono tanti tipi di coppie: quelle che hanno una sessualità intensa prima del matrimonio e poi si spengono subito dopo; quelle in cui lei o lui soddisfano i loro appetiti solo fuori dalle pareti domestiche; quelle in cui l’uomo o la donna si bloccano improvvisamente, o dopo la nascita di un figlio, o dopo la scoperta di un tradimento.

Tra le coppie bianche non mancano gli sposi che hanno un eros chimico, ossia vincolato all’uso di farmaci. L’avvocato ricorda due coniugi molto giovani, il cui matrimonio finì dopo appena tre anni, poiché non facevano più l’amore. La moglie aveva deciso di capire perché il marito si negasse, scoprendo che egli era dipendente da sempre da medicinali contro l’impotenza, che non aveva più potuto assumere dopo la diagnosi di un concreto rischio di infarto.

“Quella dei matrimoni bianchi è un’emergenza seria”, puntualizza Gassani, che individua la soluzione al problema dei sodalizi che naufragano per abulia sessuale nell’educazione. “Purtroppo, in Italia il sesso rappresenta ancora un tabù, qualcosa di sporco, un peccato. Il sessuologo dovrebbe essere un punto di riferimento per il nucleo familiare”, dice il presidente. Insomma, per fare sesso sarebbe opportuno anche parlarne, iniziando dai banchi di scuola. Attraverso il dialogo i partner possono avvicinarsi e scongiurare il rischio di mettere a nudo la loro intimità in una fredda aula di tribunale. Da evitarsi poi è la tendenza alla sciatteria che si impossessa di lei e lui una volta maritati.

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