Non esistono soltanto quelli nelle abitazioni ad opera di esperti topi di appartamento, ma anche i furti negli alberghi messi in atto in tal caso da avidi vacanzieri che, finito il soggiorno, non si accontentano di lasciare la struttura a mani vuote e così riempiono le valigie con tutto ciò che trovano in camera. Ben 79 italiani su 100 fanno rientro dalle ferie con la refurtiva, secondo un sondaggio condotto dal sito internet Jetcost.com. Percentuale che ci fa conquistare il secondo posto nella classifica dei popoli europei più dediti alla pratica del furto in hotel. Il podio è degli spagnoli (81%). Dopo gli italiani seguono i britannici (69%) ed i francesi (62%). I più onesti sarebbero invece i danesi, gli olandesi ed i norvegesi.

Non è la necessità a fare del cliente un ladro, bensì il semplice e genuino gusto di “fottere il prossimo”, per questo ci stupisce che non sia degli italiani il primo posto in classifica. Infatti, a rubare non sono soltanto coloro che frequentano i bed&breakfast più economici, ma anche i miliardari, le stelle del cinema, i cantanti famosi, le celebrities mondiali, gente che pernotta solo in alberghi 5 stelle lusso e che non resiste alla tentazione di scippare qualche souvenir.

Accappatoi, posacenere, ombrelli, ciabatte, calzascarpe, grucce, sacchetti di cortesia in stoffa, prodotti da bagno di vario genere, ma anche vassoi, posate in argento, piatti, tazze e chi più ne ha più ne metta – ovviamente in borsa -, sono gli oggetti più gettonati dai topi di suite, per un danno economico annuale che si aggira intorno ai 300 mila euro, secondo quanto racconta un albergatore italiano proprietario di una catena di lusso, il quale ha le mani legate davanti al sospetto o alla certezza che uno dei suoi facoltosi clienti soffra di cleptomania e preferisce chiudere un occhio piuttosto che corre il rischio di perdere un avventore che spende più di quanto sottrae.

Sempre secondo la ricerca di Jetcost, gli oggetti più sottratti dagli alberghi sarebbero: prodotti della toilette, asciugamani, lampadine, batterie del telecomando, penne, riviste, taccuini, fiori, frutta, bottiglie di liquore, carta igienica, ceramica di vario tipo (tazze, bicchieri, posate), trapunta, lenzuola, federe, cuscini, asciugacapelli, specchi, elettrodomestici, piatti, orologi, candelabri, lettori dvd.

Qualche cliente non accontentabile spesso si spinge un po’ troppo oltre, portandosi a casa televisori, comodini, quadri, cornici, moquette, tende, bollitori, minibar, piastrelle del bagno, rubinetteria, scopino e tavoletta del water. Beh, ci vuole proprio coraggio nell’utilizzare una tavoletta calcata dai sederi di centinaia di sconosciuti e nel mettere in valigia, accanto alla biancheria intima, uno scopino usato.

Tra i furti più bizzarri, classificati qualche anno fa dal sito Venere.com, quelli di un pianoforte a coda, di una testa di cinghiale impagliata, di un orso di legno alto 1,20m, del condizionatore, di una fotocopiatrice a colori e persino del cane del proprietario della struttura. Povero cucciolo!

Per tutelarsi da queste sottrazioni, alcuni albergatori acquistano piccoli microchip di localizzazione per asciugamani, lenzuola e accappatoi, che suonano non appena si mette il piede fuori dalla struttura. Tuttavia, accade quasi sempre che il ladro la faccia franca, perché è difficile dimostrarne la responsabilità. Solo chi viene beccato con le mani nel sacco è costretto a pagare.

Ecco perché ci sono clienti che adottano delle strategie per rubare in santa pace, come prendere gli asciugamani dal carrello della signora che si occupa delle pulizie e non quelle della propria camera, o svuotare tutte le bottiglie del frigobar per poi riempirle con l’acqua del rubinetto.

Persino la Bibbia risulta essere tra i ricordi del soggiorno maggiormente taccheggiati. Segno che anche i ladri, checché se ne dica, sono dei buoni cristiani.

 E chissà cosa farebbero molti di questi borseggiatori di suite se, varcato l’uscio di casa, per la legge del contrappasso, si accorgessero di essere stati a loro volta derubati. Di certo, chiamata la polizia, esclamerebbero: “Insomma, in quale razza di Paese viviamo? Oggi non si può più neanche andare in vacanza!”.

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