Quasi 5 milioni di italiani (23.7% di share) sabato sera sono rimasti attaccati alla tv per seguire la finale della quindicesima edizione del programma “Ballando con le Stelle”, in onda su Raiuno e condotto dalla sempreverde Milly Carlucci. Il vincitore di quest’anno, accoppiato alla ballerina Lucrezia Lando, è il modello Gilles Rocca, divenuto famoso grazie al furioso battibecco tra i cantanti Morgan e Bugo avvenuto sul palco e pure dietro le quinte del Festival di Sanremo lo scorso febbraio.

Lo straordinario successo di questo format appare un autentico enigma a quanti, sottoscritta inclusa, non ravvisano nulla di appassionante nell’osservare qualche vip imbranato (e spesso pure decaduto) cimentarsi in ogni tipologia di danza per poi presentarsi davanti ad una improbabile giuria in attesa di ricevere un giudizio che il più delle volte poco attiene alla performance in sé. Il voto dei giurati infatti risulta più che altro fondarsi soprattutto sul sentimento personale di antipatia o simpatia che un determinato personaggio suscita nel giudice stesso, che non è certo Carla Fracci, bensì Selvaggia Lucarelli, la quale sta al ballo come Luigi Di Maio sta al congiuntivo.

Gli altri membri della giuria sono: il giornalista sportivo Ivan Zazzaroni, lo stilista Guillermo Mariotto, che si è seriamente convinto di essere un illustre esperto del settore, l’attore Fabio Canino e una coreografa di importazione Carolyn Smith (più nota in Italia per la sua partecipazione a “Ballando con le Stelle” che in patria). Piccola parentesi, per togliermi qualche sassolino dalla scarpa: la signora Smith, presa dal suo ruolo di giurata, si è permessa di giudicare persino me, che non sono una dei concorrenti di “Ballando con le Stelle”, apostrofandomi quale maleducata quando su La7 ho difeso la posizione dell’ex consigliere di Stato, Francesco Bellomo, il quale – specificai in tv – non avrebbe dovuto essere considerato colpevole prima della sentenza definitiva, così come stabilisce la Costituzione. Cara Smith, continua ad assegnare punteggi sugli sculettamenti e non ti occupare dei giornalisti che fanno informazione sfidando con coraggio i luoghi comuni. Sarò anche maleducata, ma alla fine in quello studio l’unica ad avere ragione ero io, dato che Bellomo, a distanza di 2-3 settimane, è stato dichiarato innocente dal tribunale di Piacenza, dopo l’archiviazione intervenuta a Milano.

Ad ogni modo, gli ingredienti, sebbene non freschissimi, per uno show capace di distogliere per qualche ora il pubblico dall’ansia da coronavirus o dalle individuali preoccupazioni quotidiane ci sono tutti: avvenenza dei ballerini, persone note del mondo dello spettacolo e non, mediocre gogna popolare. E il piatto è servito.

La concorrenza, per di più, non esiste. Il sabato sera è di una noia bestiale, televisivamente parlando. In questo periodo ancora di più, in quanto gli abitanti della penisola sono costretti in casa tra chiusura dei locali, quarantena e coprifuoco. Invece di dimenarsi in balli sfrenati in discoteca (che è sigillata), si permane sul divano per vedere se una tosta politica quale Alessandra Mussolini riesca a sciogliere le articolazioni che sembrano ingessate e acquisire leggiadria. Se ce la fa lei, in fondo, può farcela chiunque. È questo il pensiero che passa nella testa di alcuni milioni di italiani, stufi di sentire blaterare sempre e soltanto di epidemia, di ascoltare bollettini di contagiati e morti, di assistere impotenti alle conferenze notturne di Giuseppe Conte che ci toglie sorsi di libertà Dpcm dopo Dpcm. Volteggi e capriole rappresentano un’ottima alternativa all’immobilismo frustante di queste ultime settimane di un 2020 che non dimenticheremo mai più. E non già perché sia stato dei migliori.

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