Cosa c’è di più autentico e spontaneo delle emozioni? Si possono simulare e pure dissimulare, nascondere, travestire, negare, ma mai arginare o eliminare. Insomma, non si può decidere di non provare niente, si può al massimo tentare e sempre senza successo. La goccia di sudore che scivola sulla fronte, la lacrima che si raccoglie nell’incavo dell’occhio e poi trabocca, cadendo giù, a volte a tradimento, poiché esiste pure un sacrosanto e tenero pudore nel manifestare ciò che ci scuote nel profondo. E poi il batticuore, il viso che diventa rosso come il sole al tramonto, la pelle d’oca, il sorriso in tutte le sue declinazioni, la mascella che si contrae, le sopracciglia che si muovono secondo i moti della nostra anima, seppure impercettibilmente, la faccia che impallidisce, le labbra che comunicano ora gioia, ora sdegno, ora rabbia, ora tristezza, ora meraviglia. Siamo convinti che almeno in questo territorio qui, che riguarda la nostra sfera più intima e inviolabile, nessuno possa intromettersi allo scopo di dettarci cosa sentire e cosa non sentire, quale espressione assumere e quale non assumere, e che a nessuno dobbiamo rendere conto di quello che percepiamo. Sono soltanto affari nostri.

Invece no. Non in Cina. Laggiù il partito comunista, unico al potere, ha acquistato e già impiantato, affidandosi alla società specializzata nella tecnologia di riconoscimento Taigusys, “evoluti” sistemi di sorveglianza i quali, tracciando diversi dati biometrici, non si limitano a registrare la temperatura corporea, bensì riconoscono le emozioni e pure la razza degli individui. La razza proprio così, distinguendo tra chi è bianco, chi è giallo, chi è nero, chi è cinese e chi appartiene alla minoranza cinese degli uiguri, insieme a stime sulla età e altre statistiche.

E pensare che la Cina, nemica della democrazia e delle libertà, rappresenta un modello per il M5s e pure per il Pd, modello esaltato dal precedente governo il cui premier, Giuseppe Conte, non ha mai mancato, uscendo pure fuori tema, di lodare. E lo ha fatto fino alla fine, ad esempio, nel suo intervento alla Camera lo scorso 18 gennaio, in piena crisi di governo.

È una balla che la Repubblica Popolare condivida i nostri stessi valori. Essa è una dittatura che mira ad esercitare un controllo sempre più totalizzante sui cittadini, giungendo addirittura a spiarne le emozioni e ad imporle. Si dia il caso che il dittatore Xi Jinping, amico di Luigi Di Maio, attuale ministro degli Esteri succeduto a se stesso, blateri da anni di “energia positiva”, la quale a suo giudizio dovrebbe essere dominante nel Paese per favorire l’espansione economica e la crescita industriale, incoraggiando il popolo ad assumere una determinata mimica facciale, ovvero espressioni liete, gioiose, gaie, e ad evitarne altre. In sostanza, Ping, come lo chiama il principe delle gaffe Gigino, pretende che i suoi sudditi siano tutti sobriamente allegri e, se non lo sono, che fingano di esserlo, poiché la tristezza non si sposa bene con il suo regime.

Chen Wei, direttore generale della Taigusys ha spiegato al The Guardian che i cinesi non sono mica contenti di essere spiati persino nei meandri dell’anima, tuttavia non hanno scelta, quindi, che gli piaccia o meno, dovranno convivere con le decine di migliaia di telecamere (attualmente 60 mila), piazzate ormai ovunque, che ne riconoscono sentimenti ed emozioni.

Da alcuni studi è emerso che questa tecnologia, che si sta diffondendo a causa della elevata domanda durante la pandemia, varrà sul mercato globale 36 miliardi di dollari entro il 2023, con una crescita del 30% all’anno. Ecco perché gli attivisti dei diritti umani di tutto il pianeta ritengono indispensabile agire adesso per bandire questa follia, difesa dal partito comunista cinese che la considera uno strumento utile per prevedere comportamenti pericolosi e violenti, rilevando in tempo reale le espressioni del volto, dunque per affermare l’ordine e la sicurezza nel Paese, a cominciare dalle carceri fino ad arrivare alle strade, passando per case di cura, asili, scuole, uffici, centri commerciali, parcheggi, luoghi in cui il sistema è già attivo. È il dominio assoluto del partito sulla persona: non è sufficiente soffocarne diritti essenziali, serve pure rubarle lo spirito.

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