È bello e pure balla. Il pavone, come si sa, è un narcisista: campa per farsi ammirare. Tanto che da esso deriva il termine “pavoneggiarsi”, atteggiamento che consiste in una compiaciuta quanto talvolta antipatica ostentazione della propria avvenenza. Tuttavia non è un uccello che ama viaggiare, migrare, traslocare, andarsene in giro compiendo stragi di cuori, piuttosto sceglie un luogo e lì stabilisce la sua fissa dimora. Circa trenta pavoni, i quali devono avere apprezzato particolarmente il clima del posto, hanno ad esempio piazzato le tende a Punta Marina, località balneare di Ravenna, e sembrano non avere alcuna intenzione di sloggiare, cosa che demoralizza alquanto gli abitanti della ridente cittadina. Questi ultimi parlano di una vera e propria “invasione”.

Alcuni anni fa capitava sì di scorgere per strada qualche esemplare, oggi codesti pennuti hanno dato vita, riproducendosi a più non posso, ad una colonia nutrita. Senza fare una piega, allorché incrociano sul loro cammino esseri umani, le bestie passeggiano indisturbate e impettite tra le case, sostano sul lungomare, con grazia e presunzione se ne vanno a zonzo in cerca di qualcosa da mangiare, con mollezza si rilassano al tramonto in prossimità della spiaggia. Osservando la disinvoltura con cui si muovono, come fossero i signorotti del feudo, sorge addirittura il sospetto che gli uccellacci si siano persuasi che gli intrusi del paese siano i cittadini di Punta Marina, mica loro stessi.

Ignorano il fatto che nei loro riguardi stia montando una protesta velenosa. Del resto, non si può affermare che i pavoni siano ospiti discreti, macché! All’alba se ne fregano di chi ancora gradirebbe dormire e iniziano a schiamazzare, inviandosi richiami da una parte all’altra dell’area, provocano danni ai tetti nonché alle coperture delle abituazioni, frugano tra i rifiuti e lasciano i loro bisognini ovunque. “Senza alcun rispetto”, ci tengono a precisare gli autoctoni.

È un problema di convivenza bello e buono, anzi più bello che buono, dato che al pavone non si può di sicuro rimproverare l’essere bruttarello, magari come un topolino di fogna. Quando gli infiltrati sfilano sui marciapiedi, è un gran piacevole vedere. Fieri del florido piumaggio variopinto, lo mostrano con sfacciataggine a chiunque osi rivolgersi loro con toni di rimprovero. Poi girano il didietro spelacchiato e ciao, pensando: “Tanto da qui non ci si chioda nessuno!”. E invece no.

La popolazione di Punta Marina è stata rassicurata dall’assessore ai diritti degli animali del Comune di Ravenna, Gianandrea Baroncini, il quale garantisce che la giunta, unitamente ai carabinieri forestali, si sta interessando alla spinosa questione. No, tranquilli, i pavoni non saranno arrestati in massa per occupazione abusiva. È probabile piuttosto che verranno catturati e tradotti in agriturismi e fattorie didattiche della zona, dove potere vivere in pace senza rompere le scatole a nessuno.

Certo è che l’esistenza del pavone è niente affatto facile. Altro che vita da cani! Non si creda che la beltà agevoli le cose. Né agli uomini né alle bestiole. Si può essere incantevoli eppure sfigati, disporre di un grazioso faccino o di splendide piume ma non riscuotere successo con l’altro sesso. Di questa verità il pavone è esempio emblematico: in un gruppo di pavoni soltanto il 5% dei maschi riesce ad accoppiarsi ottenendo la stragrande maggioranza delle femmine, le quali sono piuttosto difficili e pretenziose, tutti gli altri invece vanno in bianco, ossia restano soli, e a nulla servono loro danze e canti suadenti, il cui scopo è proprio quello di sedurre il genere opposto. Insomma, potremmo sostenere che ai maschietti di pavone, che a differenza delle femminucce sono muniti di una coda sorprendente, poco giovi il portarsi dietro quell’ambaradan e farne esibizione. Charles Darwin restava sveglio di notte interrogandosi proprio riguardo tale enigma: per quale dannata ragione la natura ha fornito al pavone un ornamento tanto ingombrante e allo stesso tempo così poco utile?

Il pavone rappresenta bene la fatica dell’essere bello. La società nutre troppe aspettative nei confronti di chi lo è e ne trascura le altre virtù, fermandosi alla superficie.

Tuttavia, la piacevolezza, che è bene sopravvalutato, non è sufficiente per farsi accettare, basti prendere in considerazione i pavoni di Punta Marina, sfrattati nonostante la loro indiscussa grazia.

Crogiolarsi solamente sull’aspetto esteriore non è decisione opportuna né saggia e ciò vale altresì per la nostra specie. Se davvero intendono aggiudicarsi conquiste, a pennuti ed esseri umani tocca non affidarsi troppo all’estetica. O faranno cilecca.

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