“Questo ragazzo della via Gluck si divertiva a giocare con me, ma un giorno disse vado in città e lo diceva mentre piangeva. Io gli domando: mio caro amico, non sei contento? Vai finalmente a stare in città, li troverai le cose che non hai avuto qui..”. Nel 2020 la canzone di Celentano “Il ragazzo della via Gluck”, del 1966, si ribalterebbe, poiché oggi dalla città ci si trasferisce in campagna e non il contrario.

Non soltanto la paura del contagio nonché il bisogno di mantenere il distanziamento sociale godendo di maggiore spazio e altresì del verde, che spesso negli spazi urbani è del tutto assente, ma anche e soprattutto il desiderio di una maggiore qualità della vita, di una quotidianità più serena, scandita da ritmi meno serrati, più dolce. Sono queste le cause che hanno fatto crescere del 29% la richiesta di case in campagna, nei borghi e nei piccoli comuni. Inoltre, la diffusione del lavoro in remoto consente di allontanarsi dalle aree ad alta concentrazione abitativa.

Gli italiani cercano casali, fattorie, rustici, cascine, che peraltro hanno un costo di gran lunga inferiore rispetto alle abitazioni site nel centro delle città. Si tratta di edifici spesso in stato di abbandono che ora potranno essere ristrutturati e conoscere una nuova destinazione d’uso. Insomma, la campagna rinasce e questo rappresenta pure una formidabile occasione per riscoprire le nostre tradizioni locali, la bellezza di certi paesaggi, nonché per ripopolare zone che negli ultimi decenni si sono svuotate e impoverite di risorse umane.

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