Non le rendono giustizia le favole, dove viene descritta quale creatura astuta e malefica, eppure la volpe è un animaletto delizioso, schivo, tenero e intelligente. Certo, la furbizia non le manca, ma la utilizza per motivi di sopravvivenza. Infatti questo mammifero per attirare la preda la inganna fingendosi morto e poi agilmente colpisce allorché è certo di non fallire. Pure per questo le volpi per millenni sono state simbolo di avidità e disonestà. Si dice inoltre che la volpe disprezzi ciò che non riesce ad ottenere, come l’uva posta troppo in alto, non alla sua portata.

Insomma, poche bestie sono malfamate quanto queste, le quali durante il periodo di isolamento, mentre gli italiani se ne stavano sigillati nelle loro prigioni domestiche, si sono avvicinate sempre di più ai centri abitati, incuriosite da quell’improvviso e profondo silenzio sceso su aree fino a poco prima chiassose. A fine aprile, ad esempio, una volpe si è introdotta nel giardino di una villa a Buscate, Milano. E soltanto dopo si è accorta che la dimora era occupata da due cani di grossa taglia.

Lesta la bestiolina si è rifugiata in una cuccia e lì è rimasta, risoluta a non uscire, almeno finché non sono intervenuti i volontari dell’Enpa. Qualche giorno prima, a Firenze, una sua collega era stata filmata mentre passeggiava tranquilla su un marciapiede, guardandosi intorno con l’espressione attonita di chi si domanda: “Ma dove diavolo sono finita?”. Intanto, dall’altro lato della strada, un cane abbaia, e lei se la svigna a zampe levate.

Gli abitanti di Sardagna, Trento, hanno invece adottato la cucciola che ultimamente si aggirava intorno ai cassonetti dell’organico in cerca di qualcosa da mandare giù. La volpe in questione, sentendosi non solo accettata ma pure accolta di buon grado, non manifesta più alcun timore nell’entrare in contatto diretto con gli esseri umani.

Le volpi impazzano anche nella parte opposta dello stivale. A San Pietro Vernotico, in provincia di Brindisi, il 6 maggio scorso, un signore si è imbattuto in un dolcissimo cucciolo di volpe, trasferito il giorno successivo al Centro territoriale di prima accoglienza fauna selvatica in difficoltà, considerato che si tratta di una specie protetta. Ancora più sorprendente ciò che è avvenuto a Genzano di Lucania, Potenza. Su corso Vittorio Emanuele una sera di due mesi addietro, intorno alle ore 21:30, ecco spuntare la strana coppia: il gatto e la volpe, che se ne vanno a zonzo, rivelando un’intesa consolidata, addirittura affiatamento.

Un gruppetto di volpi invece è stato avvistato i primi di giugno nel cuore di Collefiorito di Guidonia, in provincia di Roma. Alcune gironzolavano, altre se ne stavano distese pigre al sole.

Non si sono accontentate di un semplice soggiorno, bensì si sono trasferite in pianta stabile le numerose volpi che nell’autunno del 2017 hanno suscitato il panico all’interno dell’istituto comprensivo del Parco degli Acquedotti, a Cinecittà, Roma. L’area giochi era impraticabile, in quanto colonizzata da questi mammiferi che nel mese di agosto avevano scavato tane e nidi al fine di dare alla luce i volpacchiotti proprio in quel luogo, fiutando probabilmente odori invitanti, come quello delle mense, sebbene inutilizzate durante l’estate.

La città, del resto, sta diventando un habitat ideale per la volpe, dato che non corre il rischio di incontrare cacciatori e può reperire facilmente nutrimento. Soprattutto nella capitale, dove i rifiuti permangono a lungo sui margini delle vie.

Ancora più insolito è ciò che avvenne intorno al 10 ottobre del 2017, sempre a Roma. Una signora, che abitava al quarto piano di un condominio situato nel quartiere Testaccio, da giorni avvertiva strani rumori e movimenti all’interno dell’abitazione. Scartata l’ipotesi che si potesse trattare di un topo, dal momento che nell’appartamento viveva un micio per niente docile con i ratti, la donna si era quasi convinta che la sua casa fosse infestata dai fantasmi.

E poi la scoperta: una volpe graziosa riposava in un piccolo angolo, sdraiata comodamente su una coperta, tra buste e cartoni.  La piccola, che lasciò ingenti danni oltre che un odorino piuttosto persistente, fu condotta in un centro per animali selvatici. Ad attrarre la bestiola – ipotizzò la romana – il profumo delle prelibatezze che ella stessa usa cucinare.

Tuttavia, un enigma non fu mai risolto: come diavolo avrà fatto la volpe a giungere fino a lì, a salire diverse rampe di scale e ad entrare in casa senza essere notata?

La volpe non può arrivare all’uva forse, ma al quarto piano arriva. Eccome!

Articolo pubblicato su Libero il 5 luglio 2020

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