“Il nome di ogni cafone è scritto su ogni cantone”, mi ripetevano da piccola, per educarmi al rispetto non solo delle pareti di casa. Sono 56 mila i post di Instagram con l’hashtag “scritte sui muri” e non mancano i profili dedicati a questo genere di contenuti, come “Starwalls”, con oltre 43 mila seguaci, e “Muri puliti popolo muti”, con 40 mila followers. Si tratta di un fiume di immagini scattate da chiunque passeggiando si imbatta in uno di quegli scarabocchi che imbrattano le facciate dei palazzi e le costruzioni murarie di ogni città, deturpando il decoro urbano con frasi spesso cariche di errori sintattici. Libero ha visionato per voi queste fotografie selezionando le più bizzarre, non solo per strapparvi una risata, che giova alla salute, ma anche per mettere in luce la stupidità di coloro che ancora oggi, nell’epoca dei social network in cui ognuno può dire la sua su una bacheca pubblica, continuano a coltivare codesto passatempo.

Errori nelle dichiarazioni d’amore: “Bimba, ai dato un senzo alla mi vita”, “mi ai preso il quore”, “ti amo cucciolota”, “sei la stella che inlumina il mio cielo”, “mi ai lasciato il segno”, “Jessica, sei l’unica ragazza che non ho mai avuto paura di dirti ti amo”, “mi sono innarata di te”, “questo amore immenzo per te”, “non posso fare almeno di te”, “sei per senpre”, “sei il mio unico penziero”, “ti amo osachiota mia”, “io e te tre metri sopra il celo”, “sei l’unica raggione della mia vita”, “con te accanto posso rinunciare ha tutto”, “non ho mai avuto niente di vero apparte te”

Romanticismo alla Luigi Di Maio: “se non ti avrei conosciuta, avrei fatto il giro del mondo per trovarti”, “se non ceri t’i avessero dovutta in vendare”, “se tu non ci fossi, la mia vita non esistesse”, “sei la cosa più bella che abbia mai esistito”.

Il logico: “Il senzo della mia vita è essere felici”, “per me non sei un sognio, ma una realtà che mi fa sogniare”, “le persone muoiono, io muoio, ma l’amore per te non muorirà mai”, “se avessi una penna ti scriverei, in compenso ho una chiave”, “quando hai paura del buio, illumina la strada”, “se ti lasci andare le cose andano”.

Il vegetariano: “Se mangi gli animali, l’animale sei tu”.

Auguri: “Buon S’anvalentino”, “ti auguro di incontrare l’anima de limortaccitua”.

L’incazzato: “Pultroppo ai sbagliato”, “mi ahi deluso”, “trattate demmerda solo chi ve da er core, nve meritate ncazzo”, “chi mi delude oggi, si attacca al cazzo domani”, “m’havete rotto rcazzo tutti”, “c’è carenza di palle e sovrabbondanza di coglioni”, “non ho gusti difficili ma disgusti facili”, “ti vorrei baciare anche il lunedì mattina. E io il lunedì mattina ho sempre odiato tutti”, “eri tutto ma tutto minchia”, “credersi superiori agli altri è il peggior difetto che si possa avere, ma voi mezzeseghe che cazzo ne capite?”, “siete troppo felici, mi fate schifo”.

L’anarchico: “Votare è come pulirsi il culo con i coriandoli”, “in un mondo che ci obbliga all’eccellenza, fare schifo è un gesto rivoluzionario”, “qui vige l’uguaglianza, non conta un cazzo nessuno”.

Il saggio: “Spegnete facebook e baciatevi”, “limonando si impara”, “lorgoglio non serve”, “se non ti scrive da ubriaco, non è quello giusto”, “Dio ti ama, ma il diavolo fa quella cosa che ti piace con la lingua”, “sei nata intera, non ti manca nessuna metà”, “il primo comandamento: fatti i cazzi tuoi”, “pensa male, nun te sbaji mai”, “con la cultura non si mangia, ma forse si scopa”, “un vero maschio non si depila”, “leggete sui muri non sui giornali”, “la tv mente”, “uniamo l’utero al dilettevole”, “cor passato ce famo er sugo”, “se vuoi la colazione a letto, dormi in cucina”, “fidarsi è bene, ‘na carbonara è mejo”, “tra tutti gli esami ricorda quello di coscienza”, “non sposarti mai”, “fidate, non te fidà”. 

Passione politica: “Ridateci Fonzie, riprendetevi Renzi”, “se i muri potessero parlare, direbbero di sicuro: Renzi fai cagare”. 

Il salutista: “Ogni volta che mangi ti ammali, cibo contaminato”. 

L’onesto: “O ragioniamo col cazzo o col cazzo che ragioniamo”

La minaccia: “Sono una persecuzione di cui non ti liberai mai”, “morirai una rata alla volta”, “voi ridete perché sono diverso, ma io rido perché vi ammazzo tutti”, “amami se hai coraggio”, “ovunque tu sia , io sputerò fino a lì”.

L’addio: “Mi dispiace dirtelo ma tra noi è finita”

Il maniaco: “Ci sono occhi che ti toccano manco fossero mani”

Il tragico: “Adio pupa, tio amato”, “rimanerai sempre nel mio cuore”, “una settimana senza te muoro”, “ciò un dolore atroce ke solo tu puoi guarirmi”, “quando sorridi, mi dimentico di respirare”, “neanche i sofficini sorridono più”, “mozzi il fiato come l’asma”.

L’obiezione: “Io ti amo ma tu sei vegana”, “ti amo anche se hai le tette piccole”

Il religioso: “Madonna, scegli di apparirmi”, “sei la più bella al mondo dopo la Madonnina”, “Gesù, dove sei?”.

Il pratico: “niente smancerie solo zozzerie”

Il depresso: “Oggi è un giorno perfetto per fare schifo”, “la vita è una merda però mi sto divertendo”

Benedizioni: “Dio benedica le tette”

Botta e risposta: “Se avessi le ali volerei”, “Grazie al cazzo”; “Siamo io e te, siamo tu ed io, siamo io il tuo bisogno e tu sei il mio”, “Pensa che palle…”; “Non riesco a dimenticarti”, “Cazzi tuoi”; “Quando mi vieni a prendere?”, “Mai”; “Gesù, ti amo”, “Ma io ti vedo solo come un discepolo”. 

Il quizzettaro: “Non voglio che i nostri destini si perdino nell’infinito. E tu?”, “E se ti amerei per sempre?”, “Se fa un po’ male è bello uguale?”, “Ti sei mai chiesto chi sei?”, “Ma non lo vuoi il lieto fine?”, “Dalila, hai ancora il ciclo?”.

L’imperativo categorico: “Impara ad amare. Impara e basta!”.

Il mollato: “Principessa, torna ha volare con me”, “mi ai spendo il cuore”, “quando habbiamo fatto lamore e stato belissimo, non ti scordero mai, rimanerai per sempre nel mio quore”, “dammi solo un’altra scians”, “ripenzaci”, “pedonami”, “t’ho amato da far schifo e ora me fa schifo che t’ho amato”, “potevamo amarci, sposarci, avere figli… Invece hai dovuto rompere er cazzo”, “mi manci”, “sei speciale come alcuni rifiuti”, “quando ti mancherò, attaccati al cazzo”.

Sindrome da Gad Lerner: “Contro ogni razzismo, beviamo negroni”, “non esistono razze, esistono classi”. 

Il feticista: “Ti piscierò in testa”.

Il masochista: “Tu la mia principessa, io il tuo filippino”.

Il sadico: “Non so se viziarti o seviziarti”, “ti picchio però ti amo”.

Complimento calcistico: “Sei bella come un gol al 90esimo”.

Il femminista: “Decidono le donne”

Il galeotto: “Sei la denuncia più bella che ho preso”.

La proposta: “Tuo marito ti trascura all’etto? Chiamami”.

La confessione: “L’ho fato a posta”.

Il poco convinto: “Ti amo al 70%”, “ti amo quasi quanto la birra”, “non so se ho paura dell’effetto dell’affetto o magari dell’affitto”, “non so cosa voglio, so solo che stasera dovresti dormire con me”, “forse eravamo giusti nel momento sbagliato”, “non ho voglia di vivere ma neanche di morire”, “ti amo un pochino”, “mi piacciono quelle persone che… No, niente. Mi piacciono gli animali”.

Il tecnologico: “In paradiso non c’è il bancomat e all’inferno non prende il 3G”.

Il turpiloquio: “Cojona, te vojo bene”, “buongiorno zoccola”, “ti voglio bene stronzo”, “mi manchi ma fai schifo”, “ti amo coglione mio”, “merda chiamami”.

Articolo pubblicato su Libero il 10 luglio 2018

libro ali di burro

Il primo libro di Azzurra Barbuto
A 10 anni dalla prima edizione, la seconda è ora disponibile su Amazon in tutte le versioni

Acquistalo su Amazon