Cosa hanno in comune Montecarlo, Molochio, piccolo paesino sperduto nell’Aspromonte, la Sardegna, l’isola di Okinawa, in Giappone, e la Repubblica di San Marino? Forse non lo stile di vita, ma quello alimentare di sicuro, perché, secondo Valter Longo, massimo esperto mondiale di longevità, docente presso la University of Southern California, direttore del programma di Oncologia e Longevità presso IFOM di Milano nonché ideatore della dieta mima-digiuno, risiede proprio nel cibo che assumiamo il segreto per una vita lunga ed in perfetta salute sia fisica che mentale, e questi luoghi sono caratterizzati da un’elevata presenza di ultracentenari attivi, lucidi e, soprattutto, felici.

L’esperto ritiene che mangiando poco, praticando periodicamente un digiuno controllato, evitando grassi e zuccheri e dando preferenza a verdure e legumi, possiamo prevenire la comparsa delle malattie degenerative e di diversi tipi di cancro. Le ricerche condotte da Longo nel corso di 25 anni hanno dimostrato che le persone più longeve al mondo hanno in comune una scarsissima assunzione di proteine animali, le quali veicolano l’ormone della crescita GH, che a sua volta agevola la crescita delle masse tumorali, l’insorgenza del diabete e accelera l’invecchiamento.

Ma qual è la dieta idonea ad allungarci la vita? Senza dubbio, quella mediterranea, diventata nel 2010 patrimonio immateriale dell’Unesco, in grado di ridurre il rischio di ammalarsi di cancro e di Alzheimer. Ma, come sottolinea Longo, oggi si è imposta una visione distorta di questo tipo di regime alimentare.

Siamo tutti convinti di seguire la dieta mediterranea solo perché viviamo in Italia, o vicino alla spiaggia, ma anche nel Bel Paese, la cui cucina è considerata la migliore al mondo, le nostre abitudini sono state contaminate dalla globalizzazione che ha ormai omologato la nostra dieta a quella americana, facendoci perdere persino la memoria delle nostre radici. Insomma, alla sana zuppa di legumi abbiamo sostituito l’hamburger del fast-food, accompagnato a bibita gassata e zuccherata e patatine fritte, ma soprattutto, secondo Longo, ormai ci siamo convinti di avere sempre mangiato così. Recuperare la nostra cultura legata al cibo, ossia ricominciare a mangiare come i nostri avi, risulta indispensabile, secondo lo scienziato, per non ammalarci, ritardando il più possibile il momento del trapasso, ma soprattutto per non arrivarci come dei rottami.

Sulle tavole dei nostri antenati si trovavano cereali non raffinati, legumi, verdure, frutta secca, la carne, invece, era assente, o consumata solo in occasione delle feste. I nostri nonni non facevano la spesa al supermercato, non riempivano il carrello di merendine, di cibi confezionati e di carni cariche di ormoni. Essi amavano e coltivavano la terra, che li ricompensava donando loro i suoi tesori: cibi naturali, privi di conservanti e di additivi, che venivano consumati freschi.

Ecco perché l’autentica dieta mediterranea si basa sulla prevalenza degli alimenti di origine vegetale su quelli di tipo animale. Altre caratteristiche essenziali sono la tendenza a consumare i cibi crudi; il rispetto della stagionalità dei prodotti; un consumo discreto di pesce, soprattutto azzurro, e uno scarso di carne e di uova. Il tutto accompagnato da uno stile di vita attivo. “Oggi andiamo in palestra quasi ogni giorno, eppure non esistiamo a prendere la macchina anche solo per percorrere brevissime distanze. I nostri nonni, invece, camminavano ed erano più in forma. Gli ultracentenari che ho conosciuto in giro per il mondo si muovevano tutti a piedi”, spiega Longo.

Ingrediente cardine della dieta dei nostri antenati sono senz’altro i legumi. Piselli, lenticchie, fagioli, ceci, fave, soia, rappresentano un’ottima fonte di proteine e di carboidrati complessi, ma anche di vitamine, fibre e sali minerali. Eppure la cosiddetta “carne dei poveri”, ossia i legumi, è quasi sparita dalle nostre tavole, sostituita dai “piatti pronti” del supermercato.

Oggi siamo ossessionati dal consumo di proteine animali. Ne assumiamo il più possibile, spesso anche sottoforma di integratori, come se la già massiccia introduzione di carne, pesce, uova non bastasse. Pensiamo che le proteine servano a mantenerci snelli, tonici, giovani. In realtà, le diete proteiche, molte delle quali escludono del tutto, soprattutto in fase iniziale, i carboidrati, creano danni spesso irreparabili all’organismo e accelerano il processo di invecchiamento delle nostre cellule.

I nostri antenati non si nutrivano per gonfiare i muscoli, per scolpire gli addominali o i bicipiti. Essi mangiavano per vivere e avevano una tendenza naturale alla parsimonia, ossia non si ingozzavano. Il paradosso è che la nostra ossessione per la forma fisica finisce spesso con il danneggiare la salute; invece, il primo passo per essere in forma sarebbe quello di iniziare a rispettare il nostro corpo senza chiedergli più di quanto possa darci e senza dargli più di quanto sia capace di ricevere.

Ecco perché la dieta mima-digiuno (o della longevità) di Longo non ha come obiettivo la perdita di peso, come una delle tante diete dimagranti alla moda, ma l’attivazione di un processo di rigenerazione cellulare. Il dimagrimento, come il miglioramento della salute e l’allungamento della vita, sarà conseguenza naturale di questo stile alimentare messo a punto dallo scienziato e il cui principio fondamentale è proprio il rispetto di noi stessi e della nostra natura.

Insomma, forse per mantenerci giovani e sani occorre che facciamo qualche passo indietro, perché il progresso non coincide sempre con il progredire, soprattutto se si tratta di cucina.

libro ali di burro

Il primo libro di Azzurra Barbuto
A 10 anni dalla prima edizione, la seconda è ora disponibile su Amazon in tutte le versioni

Acquistalo su Amazon