Che ne sarà dei cari vecchi banchi? Sono stati adoperati da generazioni di studenti e sono, del resto, indistruttibili, a prova di adolescente scapestrato e irrequieto, tuttavia adesso, rimpiazzati da quelli a rotelle voluti a tutti i costi dal ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, si accingono a scomparire. Anzi no. Magari! In verità, i presidi non sanno proprio dove collocarli, così i banchi di una volta finiscono con l’essere ammassati nei corridoi, dal momento che gli edifici scolastici non sono dotati di depositi e, ove questi ci siano, non sono abbastanza capienti per accogliere cataste di mobili in disuso.
La problematica è seria e tutt’altro che semplice è la sua soluzione. Infatti, questi cumuli di arredi ingombrano le strutture scolastiche togliendo spazio proprio ora che, per rispettare le regole sul distanziamento sociale, ce ne servirebbe di più. Inoltre non è bello studiare e trascorrere gran parte della giornata in un luogo disordinato e quindi poco igienico.
Insomma, Azzolina ha pensato ai banchi innovativi, ma non si è preoccupata di indicare cosa farne di quelli andati. Il preside dell’istituto magistrale Caetani di Roma, Marco Guspini, è convinto che “lo smaltimento dei vecchi arredi spetti alla città metropolitana” e specifica: “Ho scritto diverse volte al Comune, ma nessuno mi risponde. Allo stato dei fatti, il 14 settembre la scuola sarà pronta, eppure non potrà aprire poiché inagibile”. Le medesime questioni sono sollevate dagli altri dirigenti scolastici romani e pure genovesi: a meno di due settimane dall’inizio delle lezioni né i presidi né i sindaci italiani hanno ricevuto istruzioni o indicazioni inerenti alla collocazione dell’antico mobilio.
Insomma, quel “siamo pronti alla ripartenza” costantemente ripetuto come un mantra da Azzolina è una pia illusione. L’impreparazione è generale. Stupisce inoltre che proprio questo governo che si era presentato e aveva promesso di essere il più ecologista nella storia, giurando tra le altre cose di dichiarare guerra alla plastica, abbia speso oltre un miliardo di euro per rinnovare l’arredamento scolastico mediante sedie e banchi plastificati al 100% che sostituiscono i più ecologici in legno.
L’ambientalismo dei giallorossi, che promuovevano persino lo sciopero studentesco del venerdì per il clima, si rivela una posa, niente di più, dato che adesso stanno riempiendo le scuole di plastica, materiale che prima ci stava uccidendo mentre ora – miracolosamente – ci salverà dalla diffusione del contagio. Di verde qui abbiamo soltanto la rabbia dei dirigenti degli istituti di tutto quanto lo stivale, i quali sono sul piede di guerra: amministrare una scuola oggigiorno è diventata un’impresa titanica.
Quindi discenti e docenti si ritroveranno all’interno di edifici che già erano fatiscenti ma che ora sono pure simili a magazzini carichi di spazzatura. È la scuola del futuro, quella sognata da Azzolina, in cui gli alunni poggiano le terga su sedie con rotelle, che sono state bocciate anche dagli ortopedici i quali ritengono, sulla base di evidenze scientifiche, che lo schienale della seduta e la plastica dura a contatto con i glutei infiammino i nervi e spacchino la schiena. Dunque, a giudizio degli esperti, la scelta del ministro “farà danni molto gravi ai nostri ragazzi”.
Azzolina, insieme a tutto l’esecutivo, si è scordata poi che l’Italia è un Paese ad alto rischio sismico e che, qualora un terremoto cogliesse gli studenti mentre sono in aula, esisterebbe soltanto una maniera per proteggersi da crolli molto probabili vista la precarietà di moltissimi edifici: ripararsi sotto il proprio banco. Quelli di legno, ormai affastellati nei corridoi in attesa che vengano portati via chissà quando e chissà da chi, svolgevano questa funzione di salvaguardia della incolumità di bimbi e adolescenti in modo eccellente. Quelli dinamici, invece, che non stanno neppure fermi e dispongono di uno stretto tavolino in plastica munito di un solo braccio sostenitore, non potrebbero proteggere neppure una formica. Ma almeno sono colorati!